Il comportamento passivo aggressivo

Il comportamento passivo aggressivo non rappresenta una vera e propria patologia ma una modalità relazionale che riguarda diverse patologie.
Sostanzialmente è un modo mascherato di esprimere sentimenti di rabbia e ostilità.
Chi lo subisce si sente aggredito ma non comprende bene in che modo e spesso si ritrova a sua volta arrabbiato.
Questa ostilità nascosta si esprime attraverso la procrastinazione, il sabotaggio, il silenzio, la chiusura e/o il vittimismo.
Alla richiesta di fare qualcosa il passivo aggressivo risponde in modo positivo ma poi riarda nel farla o la fa male in modo di fare dispiacere al richiedente.
Esempio: alla richiesta” mi fai questa cosa? “la risposta è sì ma poi la cosa non viene fatta o fatta tardi o fatta male.
Alla base di questo comportamento c’è il timore che l’espressione diretta della ostilità e della rabbia possa essere dannosa perché magari fin da piccoli si è imparato che la rabbia non poteva essere espressa pena la perdita della relazione con l’adulto significativo, bisognava essere buoni e nascondere i sentimenti negativi.
Inoltre, a livello sociale la aggressività nascosta è più accettata a livello sociale.
La aggressività passiva viene giustificata usando il vittimismo, l’altro è il nemico è il passivo aggressivo è la vittima.
È più facile anche se disfunzionale essere passivi piuttosto che imparare ad essere assertivi e fare valere le proprie ragioni ed esprimere il proprio disaccordò.
Perché si diventa così e cosa fare
Dietro questi comportamenti particolarmente fastidiosi per chi li subisce, possono nascondersi problemi depressivi e/o bassa autostima legati talvolta ad una infanzia traumatica.
È spesso utile rivolgersi ad uno psicologo per sciogliere questa matassa intricata fatta di rabbia, colpe, vendette e vittimismo

Dr.ssa Gabriella Bertuletti
Psicologa Psicoterapeuta a Bergamo